Il mercato francese: opportunità per le PMI italiane

.

Case Study 1. Analisi Preliminare

Del mercato francese sappiamo ovviamente già molto. È noto che si tratta del nostro secondo partner commerciale dopo la Germania. Sono molto noti anche i grandi “matrimoni” transalpini, come Stellantis, gruppo nato dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e PSA, oppure il gigante dell’ottica EssilorLuxottica. Ma a parte queste vicende che attirano l’attenzione dei media, quali sono le opportunità per le PMI italiane in Francia?

Non mi dilungherò sul boom dei prodotti alimentari o sul successo delle nostre griffe della moda, che sono entrambi riusciti ad affermarsi in Francia, nonostante il paese vanti una tradizione di eccellenza in questi comparti. Di questo avrete senz’altro già sentito parlare. Mi focalizzerò qui soprattutto sul settore industriale, che presenta delle opportunità di rilievo per le nostre PMI.

Industria francese: un’overview

Per cominciare, la percentuale del comparto manifatturiero sul totale del PIL (11.3%) è minore non solo rispetto alla Germania (21.3%), ma anche rispetto all’Italia (16%) (fonte: ExportPlanning, 2021). A fronte di questa situazione, i vari governi che si sono succeduti in Francia negli ultimi anni hanno spinto molto nella direzione della reindustrializzazione e della rilocalizzazione.

Qualche risultato è stato ottenuto, ma siamo lontani dagli obiettivi. Ciò è senz’altro dovuto al fatto che il settore industriale risulta meno attrattivo per la forza lavoro a fronte di quello dei servizi. Se poi aggiungiamo il fenomeno della grande démission, che esiste nell’Esagono come in tanti altri paesi, ecco allora che il comparto industriale si rivolge all’estero per forniture e subappalti. Nel 2021 l’Italia, con un valore di 45.8 miliardi di euro, è risultato il secondo fornitore della Francia di beni manufatti, dopo la Germania (87.3 miliardi), e prima di Paesi Bassi, Belgio, Spagna e Cina (fonte: ExportPlanning).

Delle indicazioni interessanti provengono da un sondaggio svolto alla fine del 2021 tra i responsabili degli uffici acquisti dalla società di consulenza Agile Buyer. Il 7% degli intervistati ha dichiarato di voler diminuire gli acquisti nei paesi a basso costo, e il 47% si proponeva di rilocalizzare gli acquisti. Ma, date le difficoltà a trovare fornitori in Francia, gli intervistati prevedevano che l’80% delle rilocalizzazioni avrebbe avuto luogo in altri paesi europei. Data la vicinanza geografica e il rilievo del settore industriale nel nostro paese, le nostre PMI dovrebbero poter beneficiare senz’altro di buone opportunità per quanto riguarda la fornitura di componenti e le lavorazioni in conto terzi.

Tecnologia e rinnovabili

Al di là dell’aspetto quantitativo, il governo nazionale e le regioni spingono anche nella direzione dell’ammodernamento dei siti industriali, e in particolare della migrazione verso l’Industria 4.0. Sono previsti sussidi finalizzati all’acquisto di macchinari, sensori, software ERP e MES, tecnologie di realtà aumentata, robot.

E proprio con riguardo ai robot industriali, c’è da sottolineare che la Francia ha un tasso di equipaggiamento minore, anche qui, rispetto a Germania e Italia. L’offerta esistente attualmente in Francia consiste soprattutto in robot di grosse dimensioni, prodotti dai giganti del settore, che sono cari e difficili da usare. Rimangono a bocca asciutta le PMI locali che avrebbero bisogno di soluzioni meno care e più semplici, oltre che di manutenzione e formazione. Scarseggia in particolare l’offerta dei cosiddetti Cobot.
Per l’import di robot industriali, la Francia nel 2021 si è rivolta principalmente a Germania, Belgio e Italia, secondo i dati ExportPlanning.

Guardiamo adesso al settore delle energie rinnovabili. A fronte – anche qui – di politiche pubbliche molto ambiziose riguardo allo sviluppo dell’energia eolica, è tuttora scarsa in Francia l’offerta di servizi di manutenzione e smantellamento di turbine eoliche. Al punto che a volte si richiede l’intervento di ditte spagnole, che comunque non riescono a coprire il fabbisogno. È importante sottolineare che non solo il governo ha aumentato gli obiettivi in termini di nuove turbine da installare, ma anche che entro il 2023 una percentuale notevole delle turbine esistenti arriverà a fine ciclo.
In termini di importazioni, attualmente i principali partner commerciali del mercato francesi di turbine eoliche sono rappresentati da Germania e India, leader di mercato con rispettivamente il 40% e il 29% di quote; l’Italia appare invece ancora attardata come fornitore del mercato francese.

Conclusioni

Per finire, un ultimo punto più generale. In Francia, le aziende familiari hanno spesso difficoltà a sopravvivere perché, rispetto all’Italia, sono meno numerosi i figli dei titolari che vogliono seguire le orme dei genitori. Esistono quindi delle opportunità per delle acquisizioni da parte di PMI italiane ambiziose. Un’acquisizione è ovviamente una decisione che non si prende a cuor leggero. Si tratta di operazioni complesse che vanno preparate con cura. Ma molto spesso la crescita esterna è il metodo migliore per entrare in un mercato estero, e senz’altro il più rapido.

In conclusione, l’evoluzione della situazione socio-economica e geopolitica, la vicinanza geografica tra i due mercati, il ruolo già consolidato dell’Italia quale partner industriale del paese transalpino e i punti di forza della nostra industria sembrano indicare delle buone opportunità per le PMI italiane in Francia.


Gerardo Serio vanta un’esperienza ventennale nel settore del Business Development internazionale. Residente in Francia, accompagna le PMI come Temporary Export Manager. Dal 2012 è docente a contratto di Strategic Management presso l'Edhec Business School di Lilla. Collabora con Export Best Practice in qualità di export strategist: la sua competenza principale è la creazione e l'affiancamento di reti di distributori.