Il Brasile ha bisogno di rinnovare i suoi processi industriali

Un quadro del paese sudamericano dal punto di vista di un'esperta locale

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Case Study 5. Approfondimento Mercato

B dei BRICS: il Brasile si distingue come una delle maggiori economie globali, pur rientrando nel gruppo dei paesi emergenti. Scoperto dai navigatori europei nel 1500, il Brasile ha ottenuto l'indipendenza all'inizio del 1800. Oggi il paese emerge come potenza agroalimentare, mineraria e possiede un ampio e solido sistema bancario. Il Brasile è anche il quarto Paese al mondo per numero di persone connesse a Internet, fattore di rilievo nel quadro dei consumi su larga scala.

Non è noto a molti, ma negli anni '90 i porti brasiliani sono stati riaperti per importare veicoli e componentistica automotive, dopo un periodo di generale debolezza dell'economia locale che ha penalizzato il settore navale. Allo stesso tempo, il governo ha introdotto incentivi per l'importazione di migliaia di prodotti, che hanno decisamente aumentato la nostra quota di commercio globale. Si è aperto un mondo di opportunità per i prodotti importati e, di conseguenza, si è osservata un'altra tendenza (come negli Stati Uniti e in altri paesi): le nostre industrie hanno accolto e dato spazio all'ingresso di prodotti cinesi in grandi quantità. Si tratta di un movimento mondiale, ma qui è avvenuto in modo piuttosto netto.

Come accaduto per altri paesi, la pandemia ha messo in evidenza alcune debolezze della nostra economia, come la carenza nella produzione locale di aghi, i lunghi tempi di consegna dell'industria del mobile, e così via. Lo shock pandemico ha quindi evidenziato il lato deindustrializzato e fragile del Brasile, andando contro i piani del governo e delle aziende di ampliare il nostro ruolo nell'economia mondiale aumentando le nostre esportazioni di prodotti ad alto valore aggiunto.

In termini di industrializzazione, il Brasile occupa la 15ª posizione nella relativa classifica; tuttavia, nel campo della competitività industriale, il Brasile è sceso, in 30 anni, dal 26° posto al 42°. Gli specialisti hanno ribadito che, se non investiamo in tecnologia, saremo stagnanti. Abbiamo quindi urgentemente bisogno di espandere la nostra attività industriale, e i numeri dimostrano che proprio in questo momento stiamo vivendo l'inizio di una nuova era.

Le importazioni di beni di consumo durevoli sono aumentate del 46.1% dal 2020 al 2021. I dati ExportPlanning mostrano che le importazioni brasiliane di beni intermedi, che comprendono gli input di produzione, hanno raggiunto un nuovo massimo nel 2021, crescendo del 33.9% in termini di quantità e del 45.8% nei valori in euro.


D'altra parte, anche le importazioni brasiliane di beni d'investimento stanno crescendo, ma sono ancora lontane dai livelli registrati a metà dello scorso decennio.


Sembra quindi che l'economia brasiliana stia cercando di rafforzare la propria struttura industriale, mostrando comunque margini di miglioramento, come documentato dal ciclo di investimenti in macchinari e attrezzature per l'industria.
Per le aziende che vendono tecnologia, macchinari e soluzioni, questo è il momento di pensare al Brasile come un paese che sta partecipando alla ripresa economica globale e che ha un grande bisogno di nuove partnership, poiché rimanere stagnanti sembra non essere più un'opzione percorribile.

Focalizzando invece l'attenzione sui prodotti tipici del made in Italy (Alimentari, Moda, Mobili), i dati mostrano che le importazioni brasiliane sono aumentate negli ultimi anni; tuttavia, si collocano ancora al di sotto dei massimi - in valori a prezzi costanti - registrati a metà dello scorso decennio.


Secondo un recente sondaggio condotto dalla Confederazione Nazionale delle Industrie, in Brasile l'84% delle grandi e medie imprese ha dichiarato di dover innovare per sopravvivere dopo la pandemia. L'indagine ha inoltre evidenziato che, per i prossimi tre anni, le aziende considerano prioritari l'aumento del volume delle vendite (49%), la produzione a costi inferiori (49%), una produzione più efficiente (41%), l'aumento della produzione (34%) e la realizzazione di nuovi prodotti (27%). Secondo questa indagine, tra le aree che le industrie considerano più importanti per innovare troviamo il rapporto con il consumatore (36%), il settore dei processi (35%) e la produzione (31%).


Renata Grasseschi Dunck è un'esperta di processi di internazionalizzazione. Il suo principale obiettivo è quello di chiarire il percorso che porta un'azienda a diventare internazionale. Insieme al team RDunck, partecipa al progetto Export Best Practice in qualità di partner territoriale estero per il mercato brasiliano.